Pensando alla Cina, cosa ci verrebbe in mente?

Verrebbe da pensare alla Grande Muraglia Cinese, all’Opera di Pechino, alle arti marziali, ai versi delle poesie ecc.. Tutte queste possono essere immagini rappresentative della Cina. Tra esse però, solo la calligrafia è l’unica espressione peculiare della cultura cinese. Questo perché essa è la sola al mondo capace di trasformare i caratteri in forma d’arte. Attraverso la calligrafia si dà forma ai caratteri che esprimono la lingua e il pensiero del popolo cinese, pertanto, tutte le classi sociali e culturali della nazione ne sono appassionate, se non sono proprio analfabeti.

Calligrafia e vita quotidiana

La calligrafia intesa come forma d’arte si manifesta ed è visibile in tutte le dimensioni della vita della gente comune. Che si tratti dell’insegna di un negozio o di un’istituzione, di uno slogan, delle sentenze parallele appese durante la Festa di Primavera, di libri, delle locandine, di giornali, di un packaging, o perfino del menu dei piatti in un ristorante o di una scritta su un capo d’abbigliamento, in qualunque momento ed in qualunque luogo ci si può imbattere in una forma di calligrafia. Si può dunque ben dire che la calligrafia si è ormai inserita stabilmente nella vita quotidiana della gente.

Calligrafia e salute

È ormai riconosciuto da tutti che la calligrafia aiuta a preservare un buono stato di salute. Secondo alcune statistiche tra più di 150 famosi calligrafi e pittori, di cui sono attestate le date di nascita e morte in tutte le epoche, 109 hanno raggiunto un’età superiore ai settant’anni. Ad esempio, il comandante delle Guardie Rosse Zhu De, all’età di settant’anni soffriva di dolori e rigonfiamenti del braccio, che con l’aggravarsi gli causarono difficoltà perfino nell’uso delle bacchette; in seguito, su consiglio di Dong Biwu, si dedicò ogni giorno diverse ore alla scrittura di grandi caratteri, e così dopo metà anno il braccio riprese le sue funzionalità, terminando la sua longeva esistenza all’età di quasi 100 anni.

Calligrafia ed etica

Ogni calligrafia rispecchia la persona che l’ha tracciata. In Cina pertanto praticare la calligrafia non significa solo raffinare la propria tecnica, ma richiede anche una corretta condotta morale che essa stessa mira a far risaltare. Il calligrafo del diciannovesimo secolo Liu Xizai nelle Idee generali sull’arte afferma: “La calligrafia consiste nel rappresentare; rappresentare la sapienza di chi la pratica, il suo talento, la sua personalità. In una parola, non rappresenta altro che tutto l’individuo.” Durante l’undicesimo secolo questi principi furono molto importanti per la pratica della calligrafia, in quanto miravano a sottolineare l’ideale di fedeltà verso lo stato. Secondo la Raccolta di antiche iscrizioni di Ouyang Xiu, infatti: “La lealtà e la giustizia di un uomo che si definisca tale nascono dal suo istinto, la sua calligrafia e i suoi dipinti si ergono vigorosi, non si adagiano sui vecchi esempi, ma presentano un aspetto maestoso così come i comportamenti della persona stessa.”

Calligrafia e filosofia

Il politico e pensatore di inizi ‘900 Liang Qichao affermò che: “ Tra qualsiasi forma d’arte la calligrafia è di certo la più sublime”.

Lo scrittore del ‘900 Lin Yutang notò inoltre che: “La calligrafia costituisce la base della concezione artistica della nazione cinese ”.

Perché questi due eminenti personaggi hanno voluto affermare la preminenza della calligrafia? La ragione è proprio che nel cuore dell’arte calligrafica è presente lo spirito della filosofia cinese. Il concetto dell’unione complementare tra lo yin e lo yang rappresenta l’essenza della concezione filosofica tradizionale di tutta la Cina. “ L’alternanza di yin e yang è cio che viene definito il Tao” recita il Classico dei Mutamenti, mentre il famoso Laozi ci dice che: “L’uno dà origine al due, il due al tre, il tre alla moltitudine delle cose; la moltitudine delle cose sostiene lo yin e abbraccia lo yang, e il soffio generato dal vuoto li armonizza”.

Nella calligrafia il bianco della carta e il nero dell’inchiostro, una volta che si comincia a scrivere, rendono ancora più visibile la distinzione tra il concetto di yin e yang, incarnando vividamente la concezione della dialettica dell’arte.

Per quanto riguarda le caratteristiche del tratto, abbiamo una serie di caratteristiche formali opposte e complementari, vale a dire: squadrato e rotondo, lungo e corto, spesso e sottile, duro e morbido, vuoto e pieno, secco e umido, denso e diluito, obliquo e diritto.

Per quanto riguarda l’intera struttura del carattere, si parla invece di dilatato e concentrato, grande e piccolo, abbassato e sollevato, aperto e chiuso, rapporto di spazi bianchi e tratti neri, intersezioni e sovrapposizioni, alternanza di tonalità forti e leggere.

Calligrafia e nazione

Il significato della calligrafia cinese per il popolo e tutta la nazione cinese è di estrema importanza e senza eguali nel mondo

1. La calligrafia è stata in grado di cambiare il destino di una persona ed è stata utilizzata per la selezione dei migliori talenti della nazione.

La selezione dei funzionari nell’apparato burocratico durante il periodo della dinastia Tang comprendeva quattro criteri, vale a dire la prestanza fisica, l’abilità oratoria, la destrezza calligrafica e l’abilità di giudizio. Tra questi la destrezza calligrafica era valutata in base al vigore e alla grazia della grafia; per questo motivo possedere una buona mano calligrafica era una delle chiavi per l’avanzamento di carriera di un funzionario imperiale.

2. La calligrafia racchiude tutta la cultura tradizionale cinese, e a costo di preservarla si può rischiare anche la vita.

Esemplificativo è l’aneddoto del letterato Zhao Mengjian del tredicesimo secolo che cadde in acqua ma riuscì a salvare la celebre La Prefazione al Padiglione delle Orchidee.

Zhao Mengjian si imbarcò per tornare verso casa, ma durante il viaggio la sua barca venne ribaltata dal forte vento. Completamente bagnato, in piedi nell’acqua reggendo in alto quella preziosa opera senza curarsi di nient’altro, gridò: “Ecco La Prefazione al Padiglione delle Orchidee, tutto il resto non conta!” Successivamente egli scrisse su quella copia questa frase di otto caratteri: “Di ben poco valore è la vita, sono i tesori dell’arte che bisogna proteggere”.

Picasso diceva “Se fossi nato in Cina sarei stato sicuramente un calligrafo e non un pittore”.

Questo è il particolare fascino della calligrafia, di certo il simbolo più rappresentativo di tutta la cultura cinese.